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Le olive taggiasche

L’area di produzione della taggiasca si estende dalla valle di Albenga (SV) fino a Monaco, spingendosi nell’entroterra fino ad una quota di circa 700 metri. Non vi è un Comune in cui non vi sia una prevalenza di coltivazione olivicola, ma alcune aree, grazie al microclima ed alle caratteristiche geomorfologiche, permettono una produzione di qualità superiore a quella media, peraltro già elevata. Le cose che rendono unica nel mondo la taggiasca sono principalmente: – il terreno – l’acqua – il clima. La perfetta combinazione di questi tre elementi ha fatto si che il nostro prodotto assumesse caratteristiche tali da essere sempre imitato ma mai eguagliato. L’albero L’olivo di varietà taggiasca è un albero assai vigoroso, Il tronco si presenta solitamente molto contorto, spesso con sviluppo inclinato, e difficilmente si possono trovare due alberi simili. Questo fa sì che venga spesso impiegato anche come essenza ornamentale. L’olivo di varietà taggiasca può superare, se non controllato con la potatura, i 10 mt di altezza: la tradizione ligure, infatti, preferiva piante con un notevole sviluppo verticale. La vita produttiva di un albero inizia dopo il terzo anno, e può protrarsi per oltre 600 anni.. Le foglie sono di media grandezza, alquanto rigide, più larghe all’apice che alla base e di un verde pallido, più brillante nella parte superiore e tendenzialmente argenteo in quella inferiore. I fiori dell’ulivo, chiamati mìgnole (localmente “pane”) risultano allungati, con un numero di 15/20 fiori a 4 petali di colore bianco-giallastro. La drupa, di colore nero-violaceo a maturazione completa, ha forma allungata, leggermente cilindrica, ed il peso varia dai 2 ai 4 grammi. L’oliva taggiasca piccola, molto carnosa, scura e grinzosa, dalle inconfondibili caratteristiche di gusto e delicatezza, è una varietà rara e preziosa: da un ettaro di uliveto infatti si ricavano circa venti quintali di queste olive a fronte dei sessanta-cento quintali di altre qualità. La raccolta delle olive: Il metodo tradizionale di raccolta delle olive taggiasche è la ‘bacchiatura’ che consiste nel percuotere i rami dell’ulivo con un lungo bastone per far sì che i frutti cadano a terra. Un tempo c’era manodopera in abbondanza e a basso costo e le donne, provenienti anche dalle vicine montagne, raccoglievano i frutti caduti a terra e li riponevano nei canestri (‘cavagni’ in dialetto locale). Oggi, per agevolare la raccolta, si preferisce utilizzare scuotitori meccanici e far cadere le olive in reti a maglia fitta poste alla base dell’albero.

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